giovedì 19 luglio 2007

3 commenti:

antropologia delle migrazioni ha detto...

Complimenti per il libro; credo ci volesse un autore senza paura e senza macchia. Il libro è scaltro, vero, propedeutico, ma soprattutto ciò che non è: politically correct. Questo ne fa una lettura riflessiva per adulti e una lettura davvero alternativa per i più giovani.
Lo consiglio.

Demetrio Stocchi Volpati
Giornalista

Unknown ha detto...

RECENSIONE


L’accostamento simbolico tra la mobilità dell’aria e quella del tempo dona, da una parte, alla scrittura di Mario Moccia di Montemalo – che nel suo dialetto e nelle citazioni latine trova quella flessibilità che manca alle lingue nazionali del monopolio – un tocco costante di struggente dolorosa ebbrezza; dall’altra la felicità di collocarsi al centro del mutamento delle cose. Il compito che si è dato è quello di ascoltare, adattandovi il proprio orecchio, il gran ritmo danzante dell’universo, e cercare di tradurlo. Così nasce la gamma polimorfica e complessa di differenti registri linguistici che caratterizza la sua scrittura, in cui campeggia la tematica della memoria e del ricordo
(di Donatella Giust ).

Unknown ha detto...

RECENSIONE


L’accostamento simbolico tra la mobilità dell’aria e quella del tempo dona, da una parte, alla scrittura di Mario Moccia di Montemalo – che nel suo dialetto e nelle citazioni latine trova quella flessibilità che manca alle lingue nazionali del monopolio – un tocco costante di struggente dolorosa ebbrezza; dall’altra la felicità di collocarsi al centro del mutamento delle cose. Il compito che si è dato è quello di ascoltare, adattandovi il proprio orecchio, il gran ritmo danzante dell’universo, e cercare di tradurlo. Così nasce la gamma polimorfica e complessa di differenti registri linguistici che caratterizza la sua scrittura, in cui campeggia la tematica della memoria e del ricordo
(di Donatella Giust ).